Natura incontaminata, attività outdoor o anche semplice relax
PARCO COLLE DEL LYS
La Valle di Viù, con il Colle del Lys come punto di riferimento, è un luogo di straordinaria bellezza, dove la natura incontaminata invita a vivere avventure all’aria aperta in tutte le stagioni. Tra falesie per arrampicata, sentieri escursionistici e percorsi innevati, qui ogni appassionato trova il proprio angolo di paradiso.
Legenda
Arrampicata
La Valle di Viù è un vero gioiello per gli amanti dell’arrampicata, offre quattro falesie, di cui due situate nella suggestiva area del Colle del Lys. Queste pareti ospitano oltre 140 vie che spaziano tra vari gradi di difficoltà, e offrono sfide per principianti ed esperti.
Falesia di Monpellato
Situata a 1300 metri di quota, si raggiunge dal Colle del Lys in circa 5 minuti di auto e 20 minuti di cammino. Si trova sulle pendici del Monte Rognoso ed offre settori di varie difficoltà, con vie di più tiri e monotiri.
Falesia La Baita
Situata a 1200 metri di quota, questa falesia panoramica è accessibile tutto l’anno. Per raggiungerla, si segue la direzione Ambrosinera, dove due parcheggi ben segnalati consentono un facile accesso. Qui, ogni settore è stato attrezzato con fittoni resinati e soste sicure, rendendo l’arrampicata sicura e piacevole. Le diverse pareti soddisfano ogni esigenza, con vie adatte ai più piccoli, ai principianti e ai climber esperti in cerca di sfide tecniche.
Falesia di Richiaglio
Immersa in una splendida faggeta a 800 metri di quota, la falesia di Richiaglio regala un’atmosfera unica grazie alla particolare roccia mista gneiss-serpentino. Accessibile dalla frazione Bertesseno, si raggiunge facilmente percorrendo una strada asfaltata fino a un piccolo ponte in pietra, da cui parte un breve sentiero. Le sue vie, ben chiodate, includono settori con strapiombi accessibili anche ai meno esperti, rendendola un luogo incantevole per arrampicate emozionanti in ogni stagione, neve esclusa.
BOULDERING
Sono state attrezzate numerose aree per la pratica del bouldering a pochi chilometri dal Colle del Lys, in particolare a Niquidetto ed a Rubiana.
Escursionismo
La Valle di Viù è un paradiso per gli escursionisti, con una rete di sentieri e mulattiere che attraversano boschi, pascoli e vette, permettono di esplorare la natura rigogliosa e gli stupendi panorami del Colle del Lys. Percorsi adatti a trekking leggeri e itinerari più impegnativi che soddisfano ogni tipo di escursionista.
Colle Portia – Colle Lunella
Dal piazzale del Colle del Lys, lasciata l’auto, si accede a una strada sterrata situata in fondo al parcheggio. Una bacheca informativa segna l’inizio del percorso, che si sovrappone in parte al famoso Sentiero dei Partigiani. Il sentiero si sviluppa inizialmente con una dolce discesa, inoltrandosi poi in un suggestivo bosco di larici. Lungo il tracciato si incontrano tratti ondulati che, aggirando le pendici del Monte Arpone, regalano scorci spettacolari sul vallone sottostante.
Dopo circa 45 minuti di cammino si raggiunge un bivio nei pressi di una fonte. Qui, una ripida salita sulla destra conduce in 15 minuti al Colle della Portia, a 1328 metri di altitudine. Questo ampio prato offre una vista incantevole su Val della Torre e sulla vasta pianura torinese. Sul colle si trova un bivacco sempre accessibile, dotato di un porticato esterno, panche e un caminetto, ideale per una sosta rigenerante.
Proseguendo a sinistra, il sentiero si inerpica leggermente portando a un altro bivio. Da qui, scendendo a destra, si raggiunge il Colle Lunella in circa 30 minuti. Situato a 1359 metri, il colle è caratterizzato da un terreno erboso pianeggiante che invita alla contemplazione del panorama. Il percorso si chiude ad anello, con il rientro al Colle del Lys in circa un’ora.
Monte Arpone
Il Monte Arpone con i suoi 1603 m di altitudine offre all’escursionista una facile salita ed un panorama estesissimo che va dalle Alpi Marittime al Monviso, dai ghiacciai delle Valli di Lanzo al Gran Paradiso ed al Monte Rosa.
Dal Colle del Lys un sentiero ben segnalato porta all’ampia vetta in circa un’ora. È possibile effettuare un giro ad anello attraverso il sentiero del Ciapé Neir.
Monte Civrari – Punta Sourela
Il Monte Civrari si erge imponente tra la Valle di Susa e la Val di Viù, segnando il primo rilievo significativo dello spartiacque tra le due valli. Questo gruppo montuoso, con le sue numerose cime, offre panorami straordinari: lo sguardo spazia dall’Appennino Ligure alle Alpi Orientali, abbracciando Torino, la pianura piemontese, le colline del Monferrato e le Langhe. Guardando a ovest, si ammirano il Rocciamelone, le vette della Valle Susa e le cime innevate del Parc National des Ecrins. A nord-ovest si stagliano le celebri cime delle Valli di Lanzo e il Gran Paradiso.
Tra le vette del Civrari, la Punta Sourela, a 1770 metri, è tra le più accessibili. Partendo dalla frazione Ambrosinera, si raggiunge in circa 1 ora e 45 minuti. Il percorso è relativamente semplice, anche se non mancano alcuni tratti di salita più impegnativi.
La cima principale del Civrari, a 2302 metri di altitudine, richiede invece un’escursione di circa 4 ore, partendo dalla frazione Niquidetto. Il tracciato si snoda inizialmente su sentieri e mulattiere, attraversando un bosco e un’area di alpeggi. Superata questa zona, si accede al vallone del Civrari. Dopo circa 30 minuti, si raggiunge un piccolo laghetto omonimo. Da qui, si arriva alla Punta Imperatoria, che offre una vista spettacolare. Questo percorso, pur privo di difficoltà tecniche rilevanti, è indicato per escursionisti con una buona esperienza e allenamento.
SULLA NEVE
Sci Alpinismo
Le escursioni estive a Punta Sourela e al Monte Civrari, descritte nella sezione dedicata all’escursionismo, si trasformano in un’esperienza completamente nuova durante l’inverno, quando i paesaggi innevati assumono un fascino irresistibile. Con gli sci d’alpinismo ai piedi, ci si addentra in un ambiente di rara bellezza, tra pendii immacolati e dolci avvallamenti circondati da vette candide che svettano contro il cielo terso.
La salita al Monte Civrari rappresenta una sfida entusiasmante per gli scialpinisti più esperti. L’impegno richiesto è ampiamente ripagato dallo stupendo panorama che si apre sulla cima: un’immensa distesa di montagne innevate e vallate profonde, perfetta per chi ama immergersi nell’essenza più pura dell’inverno alpino. Questa escursione, per il suo livello di difficoltà, è consigliata a chi possiede una buona preparazione fisica e tecnica, capace di affrontare il dislivello e le insidie del terreno innevato.
Racchette da neve
Per coloro che preferiscono esplorare la montagna senza sci, le racchette da neve, o ciaspole, rappresentano un’opzione straordinaria per vivere la magia dell’inverno. Questi strumenti semplici ma efficaci permettono di avanzare con facilità su soffici manti nevosi, aprendo le porte a un mondo fatto di silenzi ovattati e paesaggi incontaminati.
Nella zona del Colle del Lys, numerosi percorsi si adattano a tutti i livelli di esperienza. I tracciati più semplici, come quelli che si snodano lungo la pista da sci di fondo, offrono un cammino sicuro e accessibile, perfetto per famiglie e principianti. Eppure, anche su questi sentieri, la montagna regala emozioni indelebili: scorci incantati tra boschi di larici e vedute panoramiche sulle cime circostanti.
Chi cerca un’avventura più intensa, invece, può dirigersi verso mete più elevate, come Punta Sourela, a 1770 metri di quota. Qui, il paesaggio si fa ancora più spettacolare, con vedute che si allargano sull’orizzonte innevato, offrendo un’esperienza che unisce sport e meraviglia.
Sci di Fondo
Il Colle del Lys in inverno si trasforma in un vero paradiso per gli amanti dello sci di fondo. Partendo direttamente dal Rifugio, è possibile immergersi nella bellezza incontaminata di questi luoghi, seguendo un percorso forestale che si snoda dolcemente per 15 chilometri andata e ritorno.
La pista si addentra in boschi di larici, dove ogni passo rivela un nuovo angolo di fascino alpino: tratti in lieve discesa si alternano a lunghi falsopiani, offrendo un itinerario vario e piacevole, adatto sia ai principianti che agli sciatori più esperti. Lungo il cammino, l’incanto della montagna innevata si manifesta in tutta la sua grandezza, con panorami che spaziano sulle Alpi Graie, regalando momenti di puro stupore.
Attraversare questi paesaggi con gli sci ai piedi significa non solo praticare sport, ma vivere una connessione profonda con la natura, in un silenzio che rigenera l’anima e riempie lo sguardo di bellezza.
Natura

VEGETAZIONE
Dal 2004 il Colle del Lys è stato riconosciuto come area protetta e Parco Naturale di interesse provinciale, un prezioso rifugio per la biodiversità delle Valli di Lanzo. Un tempo punteggiata da vivaci alpeggi, questa zona ha subito una profonda trasformazione vegetativa a causa dell’abbandono delle attività agro-pastorali tradizionali. Oggi, le quote più basse del colle sono dominate da fitte distese di conifere come larici, pini neri, abeti rossi e bianchi, spesso frutto di interventi di rimboschimento. Accanto a queste, si alternano brughiere e boschi di faggi, punteggiati da sorbi montani e dell’uccellatore, oltre a intricati cespugli di ontano nero.
Una menzione speciale va al crinale orientale del Colle del Lys, custode di una rara gemma botanica: l’Euphorbia gibelliana, una specie endemica del Piemonte descritta per la prima volta nel 1892. Questa pianta discreta, priva di una bellezza appariscente, nasconde un fascino straordinario: le sue radici risalgono alla fine dell’Era Cenozoica, sopravvissuta alle glaciazioni e testimone della storia millenaria del nostro pianeta. Segnalata dalla Società Botanica Italiana come specie a rischio di estinzione, l’Euphorbia gibelliana si può osservare lungo i sentieri del colle sopra i 1000 metri di altitudine. Nei mesi di maggio e giugno, il suo ciclo di fioritura regala delicate infiorescenze gialle che si mescolano armoniosamente ai colori della natura circostante. Con l’arrivo dell’autunno, la pianta si ritira nel suo riposo invernale, con i rizomi che svernano silenziosamente nel terreno, a una profondità di 10-30 centimetri.


GEOLOGIA
Il Colle del Lys e il Monte Arpone attirano studiosi di geologia e scienze della Terra da ogni angolo del mondo, affascinati dalla complessità geologica della zona. Qui si trova il settore meridionale del Massiccio di Lanzo, una formazione montuosa unica, quasi interamente composta da peridotiti, rocce che costituivano il mantello terrestre, quella porzione tra la crosta superficiale e il nucleo interno del pianeta.
Queste rocce antichissime raccontano una storia che risale a milioni di anni fa. Grazie alle loro caratteristiche strutturali e composizionali, gli studiosi sono stati in grado di ricostruire le fasi dell’evoluzione geologica della Terra, analizzando i processi che hanno modellato il pianeta. Camminare tra queste montagne significa non solo ammirare panorami straordinari, ma anche immergersi in un viaggio nelle profondità del tempo, esplorando testimonianze dirette delle trasformazioni del nostro pianeta, stratificate e scolpite nella roccia.

STORIA E CULTURA
Parco Internazionale
della Resistenza e della Pace
Il Colle del Lys, per la drammaticità degli eventi che lo hanno segnato, è oggi un simbolo vivo della lotta partigiana nelle Valli di Lanzo e di Susa. Qui, nel piazzale principale, un monumento cilindrico ricorda i 2024 partigiani caduti per la libertà. Dal luglio 2000, l’ex casa cantoniera ospita il Centro Ecomuseale del Colle del Lys, con una mostra permanente che racconta la Resistenza attraverso materiali multimediali e approfondimenti storici.
L’Ecomuseo non si ferma però alle mura: i Sentieri dei Partigiani invitano a percorrere a piedi itinerari ricchi di significato, segnalati e accompagnati da pannelli descrittivi che narrano gli eventi storici del 1943-1945. Tra i percorsi principali, spicca il tragitto Frazione Toglie – Colle del Lys, che in 2 ore e 45 minuti collega il Colle alla località di Toglie, zona libera e laboratorio di democrazia durante l’estate del 1944. Altro itinerario di grande valore è il circuito ad anello Colle del Lys – Madonna della Bassa, che in circa 3 ore conduce al suggestivo santuario, ex quartier generale partigiano.
Il Parco nasce per preservare la memoria storica e promuovere riflessioni profonde sui legami tra passato e presente, offrendo un’esperienza che va oltre il semplice ricordo.
Per informazioni: colledellys.altervista.org
Centro Permanente di Cultura
dei Valori Civili di Bertesseno
Nel cuore della frazione Bertesseno, il Comune di Viù ha dato vita, nel 2006, al Centro Permanente di Cultura dei Valori Civili.
L’approccio scelto per coinvolgere il pubblico è quello teatrale: un linguaggio accessibile, capace di emozionare e trasmettere i valori civici rendendoli patrimonio collettivo. Ogni anno, la rassegna “Fermarsi a Bertesseno” offre un ricco programma di laboratori, spettacoli e performance creative, legati da un filo conduttore che esplora le tematiche dei diritti civili. L’iniziativa invita a riflettere in modo originale e profondo, rendendo questo piccolo borgo un punto di riferimento culturale.
Percorso Sindonico
Le Valli di Lanzo custodiscono una storia avvolta nel mistero e nella fede: il possibile passaggio del Sacro Sudario, la Sindone, attraverso i loro valichi montani. Due sono le ipotesi principali. La prima, sostenuta da Giovanni Donna d’Oldenico, suggerisce che la Sindone abbia attraversato la Val d’Ala nel 1535, con testimonianze artistiche come gli affreschi del Ruciass di Balme e quelli nella Cappella di San Sebastiano e San Fabiano a Voragno.
La seconda ipotesi, formulata da don Luigi Caccia, colloca il transito in Val di Viù. Si ipotizza che, nel 1578, durante il trasferimento definitivo della Sindone da Chambéry a Torino, il valico dell’Autaret sia stato scelto per la sua sicurezza e praticabilità a cavallo. Tracce di questa storia emergono nei reperti locali: nella frazione Biolaj, una lapide sulla Cappella della Santa Sindone e di San Giuseppe, datata 1731, ricorda il legame tra il territorio e il Sacro Sudario con un’incisione in latino che celebra la devozione e il dono del costruttore al Signore.
Questi frammenti di storia, sparsi lungo le valli, offrono un itinerario unico, dove spiritualità e memoria si intrecciano in un viaggio senza tempo.